Irrigare le piante da appartamento correttamente è fondamentale per la crescita rigogliosa delle piante in vaso. Contrariamente a quelle coltivate in giardino, che possono godere delle piogge e cercare l’umidità in profondità con le radici, gli esemplari coltivati in vaso in appartamento hanno solo a disposizione il poco terriccio contenuto nel vaso. Perciò richiedono maggiori cure in fatto di irrigazione.

Quando irrigare le piante da appartamento

Non esiste una “formula” per stabilire quanti giorni far intercorrere tra una innaffiatura e l’altra. Perché dipende da diversi fattori, in consociazione fra loro. Sono:

  • la dimensione del vaso. Il terriccio contenuto in un vaso piccolo è maggiormente esposto all’azione dei raggi solari e del caldo e l’umidità al suo interno tenderà a evaporare più velocemente. Al contrario, un grande vaso conserverà al centro del substrato un certo livello di umidità per maggiore tempo.
  • La temperatura esterna. Ovviamente in estate l’evaporazione sarà più alta rispetto all’inverno, quindi le irrigazioni saranno più frequenti.
  • L’esposizione solare. Una pianta esposta al sole nel mese di agosto richiede irrigazioni quasi quotidiane, specialmente se il vaso è piccolo, e nebulizzazioni di acqua sulle foglie. Le piante in posizione ombreggiata e non esposte direttamente ai raggi solari mantengono temperature più ridotte.
  • Il tipo di pianta. Ultimo, ma non meno importante, dobbiamo considerare che alcune piante tollerano meglio la siccità rispetto ad altre. Le piante succulente e i Cactus preferiscono terreni aridi e non amano quelli troppo bagnati.

Per capire quanti giorni devono passare tra ogni irrigazione dovremmo valutare tutti questi aspetti. Il nostro consiglio è di immergere un dito nel terriccio: se esce umido e con i pallini di terra non ha bisogno di acqua, se invece è secco va bagnato.

Irrigare le piante una volta alla settimana, magari perché la domenica è il nostro giorno libero, potrebbe non essere sufficiente: per esempio in estate se abbiamo una pianta di Basilico coltivata in un piccolo vasetto esposto al sole. Oppure se abbiamo un Cactus, che al contrario richiede irrigazioni meno frequenti: se lo bagniamo tutte le settimane potremmo stimolare lo sviluppo di marciumi radicali e delle conseguenti malattie fungine.

I vasi piccoli andranno irrigati più frequentemente rispetto a quelli grandi, in estate intensificheremo anche tutti i giorni mentre in inverno rallenteremo o sospenderemo. Prestando un occhio di riguardo alle piante esposte al sole in estate. Insomma, l’unica regola possibile è: si bagna quando serve!

Come irrigare le piante da appartamento

Se il vaso non è troppo grande, la soluzione migliore è di spostarlo su un lavandino o un catino. Qui potremo bagnare delicatamente ma abbondantemente il terriccio, partendo dai bordi e verso il centro: al termine lasciamo scolare la pianta per almeno mezz’ora prima di riporla nel portavaso o sul sottovaso.

L’irrigazione deve essere abbondante: se irrighiamo poco o solo superficialmente, c’è il rischio che i raggi solari estivi facciamo evaporare l’umidità prima che le radici ne possano trarre beneficio.

Se il vaso invece è grande, possiamo usare un annaffiatoio andando a bagnare bene tutta la superficie del terriccio: l’acqua che scolerà nel sottovaso o nel portavaso andrà gettata. Per piante di grandi dimensioni vi suggeriamo di utilizzare i vasi a riserva d’acqua: si irriga quando il vaso lo segnala e non è necessario togliere l’acqua dai sottovasi poiché viene conservata e messa a disposizione della pianta.

A che ora è meglio irrigare?

Evitiamo di irrigare durante le ore più calde del giorno. Con l’acqua gelida rischiamo di provocare uno choc termico alle piante esposte al sole. Inoltre l’azione del sole farà evaporare gran parte dell’acqua.

Nei mesi caldi è meglio irrigare dopo il tramonto alla sera, per dare molte ore a disposizione al terriccio e alle radici di assorbire l’acqua, senza l’azione dei raggi solari.

Nei periodi in cui il rischio delle malattie fungine è maggiore, quindi in primavera e in autunno, è meglio optare per la mattina presto: il sole non è particolarmente cocente e le radici avranno il tempo di “bere”, ma eviteremo il tasso di umidità eccessivo nelle ore notturne. Vale soprattutto per le piante coltivate sul terrazzo.

Quale acqua?

Alcune piante non amano l’acqua del rubinetto poiché contiene cloro e calcare. Le piante acidofile, per esempio, richiedono un terriccio con un pH acido e le continue irrigazioni con acqua calcare tende a ridurrà l’acidità del substrato.

Anche le piante che richiedono nebulizzazioni fogliari frequenti in estate, come le Orchidee e molto piante sempreverdi d’appartamento, non amano l’acqua con il cloro. In alcune piante rimangono degli aloni biancastri.

In questi casi meglio usare l’acqua piovana o demineralizzata.

Dove irrigare?

Cerchiamo di bagnare soltanto il terreno, evitando di irrigare i fiori e le foglie. Rischiamo di danneggiarli o di dare adibito allo sviluppo di spore. L’acqua serve alle radici, non disperdiamola inutilmente. Usiamo un irrigatore con getto delicato ed evitiamo di creare “buche”. Gli annaffiatoio con becco lungo servono proprio per raggiungere i punti più difficili.

Soltanto le piante che lo richiedono vanno nebulizzate sul fogliame e solo in presenza di climi secchi: quindi in estate e quando sono in funzione gli impianti di riscaldamento e condizionamento.

Alcune piante possono essere bagnate per immersione: riempiamo di acqua il sottovaso con la pianta immersa, diamo tempo mezz’ora al terriccio di assorbire l’acqua necessaria e infine lasciamo scolare bene il vaso e gettiamo l’acqua rimasta.