Possiamo coltivare lo Scalogno perché è un’ottima alternativa alle tradizionali Cipolle: ha un sapore più delicato ed è molto più digeribile. Un’altra differenza rispetto alle Cipolle è la forma del bulbo, che è composito e non singolo.

Negli anni recenti è diventato di “moda” grazie ai grandi chef, ma lo Scalogno Scalogno (Allium ascalonicum) è sempre stato coltivato fin dall’antichità nel bacino del Mediterraneo. Ce ne parlano storici come Plinio e Columella e il nome “Scalogno” deriva dall’antico porto di Ascalona a nord di Gaza.

Possiamo scegliere tra diverse varietà di Scalogno, con forme tondeggianti o allungate con bucce di colore rosso, giallo o scuro. In Italia è molto diffuso lo Scalogno di Romagna IGP con una forma allungata a fiaschetto e di colore dorato.

Dove coltivare lo Scalogno

Possiamo iniziare la coltivazione dai semi o dai bulbilli. Come avviene per le Cipolle e l’Aglio, per una coltivazione hobbistica è meglio iniziare dai bulbilli che producono il frutto anticipatamente e avremo una produzione più omogena.

I bulbilli si trapiantano in primavera, da febbraio ad aprile, quando le temperature minime notturne sono stabilmente superiori a 5°C. La velocità di crescita dipende dalle condizioni ambientali: la pianta si sviluppa a una temperatura di 12/15°C e se fa troppo freddo entra in riposo vegetativo. Nelle zone con inverni miti possiamo effettuare il trapianto anche in autunno.

Con il trapianto primaverile otterremo i frutti da luglio a settembre: indicativamente circa 4 mesi dopo il trapianto.

Scegliamo una posizione soleggiata ed evitiamo di coltivarlo per più anni consecutivi nella stessa aiuola dell’orto.

Come coltivare lo Scalogno

Lo Scalogno è una pianta molto rustica e si adatta un po’ a tutti i terreni a patto che sia ben drenanti e senza ristagni idrici. È un problema di tutte le piante bulbose: in presenza di troppa umidità il bulbo può marcire.

I bulbilli vanno inseriti nel terreno a una profondità di circa 2 cm, con la punta verso l’alto: la profondità di semina dev’essere tale da garantire la copertura dei bulbilli.

Manteniamo una distanza di circa 25/30 cm tra le file e di circa 15 cm tra i bulbi all’interno delle file. Dopo circa 4 mesi, quando le piantine iniziano a ingiallire, sarà giunto il momento di raccogliere gli Scalogni.

Come raccogliere lo Scalogno

Quando termina il ciclo di coltivazione, possiamo togliere i bulbi dal terreno e lasciarli ad asciugare all’aperto per circa 2-3 giorni. Lasciamoli in un luogo protetto dalla pioggia, come un portico o un terrazzo coperto. In seguito i bulbi possono essere conservati in luogo secco e ventilato per molto tempo.