Le piante grasse e succulente sono presenti in quasi tutte le case degli italiani, se non altro per l’estrema semplicità di coltivazione e il minimo impegno richiesto per le irrigazioni e concimazioni. Ma non solo per questa ragione: nel grande mondo delle succulente ci sono piante estremamente ornamentali, con fioriture appariscenti e talvolta non assomigliano per niente a una pianta grassa.

Ma siamo sicuri di usare in modo corretto i termini “succulenta”, “pianta grassa” e “cactus”? E che differenza c’è tra una pianta grassa e una succulenta? Oggi proviamo a fare un po’ di chiarezza!

Cactus, piante grasse e succulente non sono sinonimi

Premettiamo che tutte le piante vengono classificate per famiglie (Rosacee), che comprendono dei generi (Rosa) che hanno diverse specie (Rosa canina): talvolta sono molto differenti fra loro ma accomunate dalla stessa natura. Una nomenclatura forse non facile da comprendere per un non addetto ai lavori ma necessaria per orientarsi fra milioni di piante differenti.

Questa premessa ci serve per precisare che le piante succulente non sono una famiglia di piante. In botanica il termine “succulente” viene utilizzato per identificare quelle piante che hanno la duplice straordinaria capacità di immagazzinare liquidi e di utilizzarli nel momento del bisogno. Un “dono” maturato nel corso dell’evoluzione millenaria e che ha permesso a queste piante di sopravvivere anche in condizioni estreme di siccità e calore.

A seconda del modo di conservare i liquidi, possiamo distinguere le succulente da foglia (come l’Aloe e l’Agave), quelle da fusto (come i Cactus) e quelle da tubero (Ceropegia).

A parte questo “dono” che le accomuna, le piante succulente possono essere molto diverse tra loro poiché parliamo di circa 20.000 specie appartenenti a più di 60 famiglie. Alcune sono composte soltanto da piante succulente, come per esempio le Cactacee, mentre altre hanno solo alcune specie succulente. Troviamo piante succulente nella famiglia delle Asparagacee (Agave e Yucca), delle Crassulacee (Cotyledon, Crassula, Kalanchoe), delle Asfodelacee (Aloe), delle Euforbiacee (Euforbia) o delle Aracee (Zamioculcas zamiifolia).

Quindi “cactus” e “piante succulente” non sono sinonimi: le Cactacee sono una delle 60 famiglie appartenenti al gruppo delle succulente. Le Cactacee sono piante succulente, ma il mondo delle piante che hanno la capacità di trattenere liquidi è molto più ampio.

C’è anche un aspetto geografico che distingue le Cactacee dalle succulente: le prime sono originarie dei deserti americani, mentre le succulente sono originarie di un po’ tutti i continenti.

“Pianta grassa” sarà lei! Moderiamo i termini!

La locuzione “pianta grassa” è un modo popolare per identificare un po’ tutte le piante succulente, rotondette e con le spine. L’origine di questa locuzione è incerta ma è sicuramente errata, poiché le piante succulente, dal latino sucus cioè succo, trattengono “liquidi” e non “grassi”. Il fatto che “succulente” in italiano significhi anche “appetitose” forse ha spinto verso un altro aggettivo, ma queste piante sono “succose” non “grasse”!

Altre fonti sostengono l’aggettivo “grasse” derivi dalla superficie cerosa dei fusti e delle foglie di molte Cactacee, che al tatto risulta apparentemente oleosa, quindi “grassa”. Si tratta di un’altra capacità di queste piante che per sopravvivere hanno imparato a produrre e rilasciare questa sostanza cerosa idrofobica per ridurre l’evaporazione fogliare e proteggersi dai raggi solari.

Anche in questo caso, “pianta grassa” non è un sinonimo di “piante succulente” poiché ci sono succulente come la Zamioculcas che nessuno chiamerebbe pianta grassa.

Non possiamo neanche dire che “pianta grassa” sia sinonimo di “Cactacea”: questa famiglia di piante comprende infatti più di 200 generi e oltre 2.000 specie e alcune non hanno né spine né fusti corpulenti come la Rhipsalis puniceodiscus.