Possiamo coltivare la Pilea per avere negli ambienti di casa una pianta che, con la sua perfetta sfericità delle foglie, riempie lo spazio con un’eleganza discreta e un portamento cespuglioso di rapido accrescimento, tanto che può superare i 30 cm di altezza e di larghezza: un bellissimo complemento d’arredo.

Riconosciamo immediatamente le sue foglie esattamente rotonde, carnose e morbide al tatto, che le hanno dato anche il nome di pianta dei soldi. Scoperta nei primi anni del Novecento in Cina, la Pilea appartiene alla famiglia delle Urticacee.

La pianta di Pilea peperomioides è una pianta d’appartamento sempreverde, succulenta e perenne. Le foglie hanno margini netti e lisci, sono verde scuro brillante sulla pagina superiore e verde chiaro opaco sulla pagina inferiore. In primavera produce dei piccoli fiori bianchi, ma poco appariscenti rispetto alle foglie.

La Pilea è un genere di pianta che comprende centinaia di piante perenni, anche molto diverse fra loro, ed è una delle piante consigliate per realizzare un Kokedama.

Come coltivare la Pilea

Coltiviamo tranquillamente la Pilea in appartamento, suo luogo preferito, dove può trovare la giusta temperatura per crescere: gradisce temperature costanti tra i 18°C e i 22°C ma non il caldo eccessivo oltre i 30°C, mentre le temperature minime tollerate sono comprese tra i 5°C e i 10°C.

Prima di posizionare il vaso in casa, cerchiamo un luogo molto luminoso in cui i raggi solari non siano diretti. In estate possiamo spostarla sul terrazzo, ma in una posizione a mezz’ombra e non esposta direttamente al sole. In inverno teme il caldo secco del riscaldamento. Il suo posto ideale è quindi dietro una finestra, protetta da una tenda leggera e senza termosifoni.

Una particolarità è che le foglie ruotano alla ricerca dei raggi solari, come antenne paraboliche capaci di orientarsi verso la luce.

Come irrigare la Pilea

Per l’irrigazione della Pilea seguiamo il concetto “meglio meno che troppo”. Verifichiamo quindi che il terriccio sia sempre umido ma non oltre: la regola è di innaffiare solo quando il terriccio risulta asciutto al tatto.

Nei mesi estivi procediamo con irrigazioni regolari, in quelli invernali, quando l’aria tende a essere secca, invece vaporizziamo un po’ d’acqua, non calcarea e a temperatura ambiente, sulle foglie per migliorare il tasso di umidità. Un’alternativa utile è utilizzare un vaso con riserva d’acqua, che mantiene un tasso di umidità costante.

Controlliamo sempre, dopo l’innaffiatura, che non ci siano pericolosi ristagni d’acqua nel sottovaso: possiamo semplicemente far scolare la pianta prima di rimetterla nel portavaso.

Come rinvasare la Pilea

Possiamo rinvasare la Pilea all’inizio della primavera, con un vaso leggermente più ampio. Contemporaneamente sostituiamo il vecchio terriccio con un substrato nuovo, meglio se scegliamo un terriccio specifico per piante grasse, dato che la Pilea è una pianta succulenta. Pressiamo leggermente per far uscire le bolle d’aria e irrighiamo bene per favorire il contatto delle radici con il substrato.

Per migliorare il drenaggio e proteggere le radici dall’acqua in eccesso nel sottovaso, possiamo stendere uno strato di circa 5-10 cm di biglie di argilla espansa sul fondo del vaso.

Travasiamo la Pilea ogni 2 anni in un vaso leggermente più grande.

Come concimare la Pilea

Le piante da appartamento non vanno in riposo vegetativo e le sostanze nutritive del poco terriccio presente nel vaso si esauriscono rapidamente. Programmiamo quindi dei cicli di concimazione annuali.

È sufficiente diluire nell’acqua per l’irrigazione un fertilizzante liquido per piante verdi. Una volta ogni 15 giorni in primavera e in estate e 1 volta al mese in autunno e in inverno. Riduciamo nei mesi freddi, poiché il sole è meno forte e presente e l’attività di fotosintesi della pianta è ridotta, pur non interrompendosi.

Come coltivare la Pilea

Attacchi da parte di insetti sono meno frequenti nelle piante da appartamento come la Pilea. Non possiamo però escludere che subisca l’attacco da parassiti pungitori-succhiatori come Afidi e Cocciniglie, così come il terriccio potrebbe ospitare le uova di un Lepidottero (per esempio una falena) da cui usciranno delle larve che rosicchieranno le foglie.

Il consiglio è molto semplice: esaminiamo periodicamente le piante per scoprire le prime tracce di un problema. Se troviamo puntini decolorati sulle foglie o parti verdi rosicchiate, dobbiamo intervenire anche con soluzioni naturali, come l’estratto di Ortica e il sapone molle. Quest’ultimo, oltre a creare un ambiente poco gradito a tutti gli insetti fitofagi, elimina anche la melata degli Afidi. Una sostanza appiccicosa e zuccherina rilasciata dagli Afidi che rappresenta un ambiente di coltura perfetto per le spore della Fumaggine.

Prestiamo attenzione a eccessive irrigazioni e a presenza di acqua nel sottovaso, che sono cause di marciumi e di sofferenza alla pianta. Nel primo caso, interveniamo effettuando un travaso della pianta per sostituire il vecchio terriccio bagnato con un nuovo substrato asciutto.