Potare le piante rampicanti in modo corretto è particolarmente importante, poiché a differenza di altre piante queste specie hanno l’esigenza di una struttura attorno a cui svilupparsi. Il taglio e il fissaggio dei rami al supporto hanno il duplice obiettivo di stimolare la produzione di nuovi getti e creare una pianta ben formata.

Quando potare le piante rampicanti

Le piantine appena trapiantate richiedono una potatura moderata nei primi anni. Le piante adulte invece richiedono ogni anno “potature di mantenimento”. Con questo termine si intende l’eliminazione delle parti secche e dei tagli finalizzati a uno sviluppo e una fioritura ottimali.

Le rampicanti che fioriscono sui fusti dell’anno precedente si potano al termine della fioritura, recidendo i rami di circa un terzo, poco sopra una gemma per stimolare la formazione di nuovi rami. Fanno parte di questo gruppo il Gelsomino invernale (Jasminum nudiflorum) detto anche Gelsomino di San Giuseppe e il Rincospermo (detto Falso Gelsomino).

Le rampicanti che fioriscono sui rami nuovi si potano alla fine dell’inverno. Fanno parte di questo gruppo la Bouganvillea, la Bignonia (Campsis radicans), la Mandevillea, la Passiflora, il Solanum rampicante (detto Gelsomino del Cile). Caprifoglio (Lonicera caprifolium) e Glicine (Wisteria) si potano dopo la fioritura.

I rampicanti sempreverdi, come l’Edera, si potano in primavera o alla fine dell’estate.

I rampicanti che emettono bacche decorative (come per esempio alcune Rose) si potano dopo la fioritura, lasciando alcuni dei rami sui quali stanno maturando le bacche.

Come potare le piante rampicanti

Se la pianta dovrà svilupparsi su un solo fusto principale, scegliamo il più robusto e tagliamo gli altri.

In caso invece di piante che si sviluppano con rami fitti o intricati, lasciamo spazio allo sviluppo dei getti più vigorosi, togliendo quelli deboli.

La periodica pulizia favorisce la formazione di getti che portano gemme da fiore.