Lo Smart Gardening, cioè lo sfruttamento della tecnologia digitale per rendere più facile la vita degli hobbisti di giardinaggio, riscuote l’interesse della maggioranza dei coltivatori amatoriali italiani. Ma siamo solo agli inizi

Lo Smart Gardening è ancora agli albori in Italia

Il prodotto più venduto è probabilmente il robot rasaerba, che si ricarica da solo e può essere governato con un’app da un device mobile (smartphone o tablet), ma le potenzialità dello Smart Gardening devono essere ancora esplorate.

Sistemi di irrigazione con sensori per assicurare la giusta quantità d’acqua alle piante, oppure rilevatori della presenza di parassiti e fungi, oppure sensori che monitorano la presenza dei nutrienti nel terreno e ci avvisano quando manca concime sono solo alcune delle applicazioni dell’informatica al giardinaggio. Soluzioni che potrebbero rivoluzionare nel prossimo futuro il modo di coltivare il giardino.

La scarsa diffusione dello Smart Gardening è testimoniata dal fatto che il 93% dei coltivatori italiani non lo conoscono. Soltanto il 7% ha dimostrato di conoscere il significato di questa locuzione. Una volta capito di cosa stiamo parlando aumenta in modo importante l’attenzione: il 63% si è dichiarato interessato e solo il 6% penso che lo Smart Gardening sia “per niente interessante”.

Sono questi alcuni dei dati che emergono dall’ultima ricerca di mercato condotta da Promogiardinaggio insieme all’istituto di ricerca Kkienn, che ha intervistato più di 1.600 famiglie hobbiste di giardinaggio durante e dopo la pandemia dello scorso anno.

Le soluzioni più desiderate

Nonostante l’alto interesse non tutti i green lovers intervistati si sono dichiarati pronti ad abbracciare soluzioni di Smart Gardening. La percentuale dei convinti scende al 53% mentre sale al 30% la percentuale di chi lo giudica poco adatto al proprio modo di coltivare o per niente (10%).

È interessante invece analizzare i desideri dei green lovers in merito al giardinaggio digitale. La soluzione più “gettonata” (50% degli intervistati) sono i “sistemi per il riconoscimento delle malattie che suggeriscono come curarle”. Quasi a sottolineare la mancanza cronica di preparazione degli hobbisti italiani in fatto di cura delle piante.

Seguono gli “accessori per la segnalazione della mancanza d’acqua” (42%), i “sistemi di dosaggio per il concime con segnalazione di mancanza” (37%), i “sistemi per il controllo da remoto dell’irrigazione” (36%), i “kit di irrigazione, nutrizione e illuminazione artificiale per la crescita delle piante” (31%), i “sistemi di coltivazione di ortaggi al coperto” (25%), i “sistemi a led per facilitare la crescita delle piante” (20%) e i “sistemi per orti/giardini verticali” (17%).