Possiamo coltivare i Cavolfiori per ottenere raccolti anche nei mesi freddi: ci sono diverse varietà ma il suo periodo di fioritura avviene generalmente in autunno e in inverno.

Il Cavolfiore (Brassica oleracea) e una varietà di Brassica caratterizzata da un corimbo, detto testa o palla, composto da tanti fiori che costituiscono la parte commestibile dal gusto delicato e molto versatile in cucina. È proprio il nome che svela le sue caratteristiche: Cavolfiore deriva dal latino caulis (gambo) e flos (fiore), per sottolineare la parte edibile della pianta, cioè il fiore.

Le foglie sono larghe e carnose e avvolgono la testa per proteggerla dal sole e mantenerne il colore chiaro.

Come scegliere i Cavolfiori

In Italia ne utilizziamo diverse varietà, di colore bianco, verde o viola e dalle forme differenti. Soprattutto cambia il periodo di maturazione, grazie alle varietà precoci o tardive. Le prime “maturano” in circa 60/70 giorni, quelle tardive invece impiegano da 120/170 giorni ma ci sono varietà che impiegano fino a 210 giorni.

Raccoglieremo a ottobre le varietà molto precoci, quelle precoci a novembre-dicembre, quelle invernali a gennaio-febbraio e quelle tardive da marzo. Con una buona programmazione delle semine possiamo ottenere raccolti da ottobre fino ad aprile.

Oltra alla classica forma del Cavolfiore, possiamo anche optare per il Romanesco, caratterizzato da un corimbo con forme geometriche perfette.

Le varietà più diffuse in Italia sono il Cavolfiore Palla di Neve, con un corimbo di mole media con forma tondeggiante e con rilievi poco pronunciati, Il Cavolfiore di Jesi precoce, il Cavolfiore di Verona o il Cavolfiore di Siciliadal caratteristico color violaceo.

Accanto al tempo di maturazione, operiamo la scelta preferendo le varietà tipiche nel nostro territorio. Ci sono anche Cavolfiori adatti per i climi montani.

Dove coltivare i Cavolfiori

Coltiviamo i Cavolfiori in un’area dell’orto che garantisca una buona esposizione al sole, ma nelle regioni particolarmente calde preferiamo un’ombreggiatura parziale durante le ore più calde della giornata, così da proteggere i fiori dai raggi diretti troppo caldi.

Le temperature ideali di coltivazione sono comprese tra i 15°C e i 20°C e non devono scendere sotto i 6°C. Temperature superiori ai 24°C possono compromettere lo sviluppo del corimbo, causando fioriture premature.

Come coltivare i Cavolfiori

Per una corretta coltivazione dei Cavolfiori controlliamo che il terreno abbia un pH 5,5/7,5 e sia di medio impasto, fresco, fertile, profondo e ben drenato.

Possiamo iniziare la coltivazione partendo dai semi o dalle piantine già germogliate: entrambi facilmente reperibili nei centri giardinaggio.

Se scegliamo di seminare dovremo preparare il letto di semina nell’orto, con qualche settimana in anticipo. Con zappa e rastrello lavoriamo il suolo fino a una profondità di circa 25/30 cm, per rompere le zolle più coriacee e togliere eventuali sassi e parti di altre piante. In terreno deve risultare morbido, uniforme e non compatto. In questa fase arricchiamo il terreno, distribuendo una dose di concime organico.

Se iniziamo dal seme possiamo anticipare i tempi sfruttando un semenzaio, da posizionare in un locale caldo ma molto luminoso. Come una serra fredda o in casa vicino a una finestra. Quando le piantine saranno spuntate potremo trapiantarle nell’orto quando le temperature minime superano i 10°C.

Se iniziamo la coltivazione partendo dalle piantine già germogliate, dovremo comunque ripulire l’aiuola dell’orto che desideriamo dedicare ai Cavolfiore, ma inserire il concime direttamente nelle buche che ospiteranno le piantine.

In entrambi i casi manteniamo una distanza di 50/60 cm tra ogni fila e di 40/50 cm tra ogni pianta. In questo modo avranno lo spazio necessario per crescere. Potendo scegliere tra molte varietà, verifichiamo sempre sulla confezione la distanza suggerita.

Prima della semina e del trapianto, possiamo stendere sul terreno un telo pacciamante. Sarà di aiuto per ridurre il tempo da dedicare all’estirpazione delle erbe infestanti e diminuire l’irrigazione. Il telo protegge il terreno dai raggi solari diretti e trattiene l’umidità che evapora.

Ricordiamoci infine di effettuare una rotazione delle colture: se coltiviamo un ortaggio sempre nello stesso posto rischiamo di impoverire il terreno di alcuni elementi nutritivi e di stimolare la proliferazione dei parassiti tipici di quella coltura. Programmiamo perciò un avvicendamento per 2/3 anni con Leguminose, come Fagioli, Fave o Piselli. Il Cavolfiore convive bene vicino a Cetrioli, Lattughe e Pomodori, mentre non ama la vicinanza con Cipolle e Finocchi.

Come irrigare i Cavolfiori

Dobbiamo irrigare i Cavolfiori in modo costante e regolare, soprattutto nel periodo di crescita e formazione del corimbo: in caso contrario potremmo ritrovarci teste piccole e dure.

Irrighiamo i Cavolfiori al mattino presto o nel tardo pomeriggio, per ridurre l’evaporazione e permettere alle piante di assorbire l’acqua durante le ore più fresche.

Evitiamo però gli eccessi e i ristagni d’acqua poiché stimolano facilmente marciumi e malattie fungine. Per questa ragione è meglio evitare di bagnare le foglie.

Come curare i Cavolfiori

Tra gli insetti più comuni che attaccano i Cavolfiori ci sono gli Afidi cerosi del Cavolo (Brevicoryne brassicae), la Mosca del Cavolo (Delia radicum), la Nottua del Cavolfiore (Mamestra brassicae), la Cavolaia maggiore (Pieris brassicae), la Cimice del Cavolfiore (Eurydema ventralis) o la Cecidomia del Cavolo (Contarinia nasturtii). Come scrivevamo prima, la rotazione delle colture ci aiuta a ridurre la presenza dei parassiti tipici del Cavolfiore in modo naturale.

Controlliamo regolarmente le piante e rimuoviamo manualmente i parassiti visibili. La presenza di insetti può essere limitata con l’uso di reti anti-insetto.

Anche le malattie fungine sono un problema tipico dei Cavolfiori. Oidio e Peronospora sono le più comuni. Possiamo evitarle riducendo l’umidità del terreno e ambientale ed effettuando trattamenti preventivi con prodotti naturali, come le farine di roccia, in primavera e in autunno. Cioè quando le condizioni ambientali, con temperature miti e tassi di umidità alti grazie alle piogge, permettono il maggior sviluppo delle spore fungine.