La corretta irrigazione delle piante grasse è un tasto dolente per molti appassionati ed è una delle prima cause di insuccesso nella coltivazione di queste particolari piante. Gli eccessi idrici provocano infatti marciumi radicali e malattie fungine, difficili da curare su alcune specie, come i Cactus, e che lasciano segni anti-estetici.

Con la locuzione “piante grasse” alludiamo in realtà a una categoria di piante, le succulente, contraddistinte dalla duplice capacità di trattenere umidità all’interno (nel fusto, nelle foglie o nelle radici) e di utilizzarla quando necessario. Una evoluzione millenaria che ha permesso a queste piante di sopravvivere in ambienti desertici su terreni aridi e con poche precipitazioni. Ti interessa approfondire? Leggi questo articolo!

Essendo abituati a terreni asciutti, in presenza di eccessi persistenti di umidità nel terriccio del vaso tendono facilmente a sviluppare marciumi.

Irrigazione delle piante grasse: partiamo dalla terra

Per coltivare i Cactus e le piante succulente è importante utilizzare un terriccio specifico per piante grasse. Contiene molta sabbia silicea e materiali inerti che facilitano il drenaggio dell’acqua in eccesso e rendono meno umido il substrato. Un terriccio “universale” è concepito per trattenere l’umidità: una caratteristica utile per la coltivazione di piante da fiore o d’appartamento sempreverdi. Ma non andrà bene per un Cactus.

All’atto del trapianto, sul fondo del vaso stendiamo uno strato di materiale inerte, come argilla espansa o ghiaia. Servirà per mantenere una distanza dal terriccio e le radici da eventuali eccessi di acqua nel sottovaso e migliorerà in generale il drenaggio.

Quando irrigare le piante grasse

Diciamo subito che non vanno irrigate 1 volta alla settimana, semplicemente perché ci viene comodo ed è il momento in cui bagniamo anche le altre piante. Le succulente hanno esigenze specifiche e vanno irrigate solo quando serve.

In primavera e in estate, quando le piante sono in attività vegetativa e il calore ambientale stimola l’evaporazione, dovremo fornire acqua alle piante. Pur senza esagerare. In inverno invece entrano in riposo vegetativo e le irrigazioni vanno quasi sospese.

Non esiste una regola valida per tutti e per tutte le piante: ognuno di noi dovrà scoprire i tempi corretti in funzione di alcuni fattori da considerare:

  • la specie di pianta. La famiglia delle succulente è molto ampia e comprende piante come i Cactus o l’Agave ma anche specie d’appartamento come la Zamioculcas e le Kalanchoe. Hanno esigenze diverse e una differente capacità di tollerare la siccità.
  • La grandezza della pianta. Un Cactus di grandi dimensioni ha una grande riserva d’acqua, invece una giovane piantina deve essere maggiormente aiutata per crescere.
  • La grandezza del vaso. In un vaso piccolo l’acqua evapora e finisce più rapidamente e vanno irrigati con maggiore frequenza rispetto a un vaso di grandi dimensioni.
  • Clima ed esposizione solare. In estate il calore del sole farà evaporare più rapidamente l’umidità presente nel terriccio, rispetto all’inverno: quindi dovremo irrigare più frequentemente. Anche una pianta esposta direttamente ai raggi solari, magari in estate, ha maggiori esigenze idriche di una coltivata in ombra o in appartamento.

La soluzione migliore è la più semplice. Infiliamo un dito nel terriccio per controllare lo stato di umidità. Se la terra rimane attaccata al dito, rimandiamo. Se al contrario è secco è il momento di bagnare. Con il tempo e l’esperienza acquisiremo familiarità con le tempistiche e le esigenze delle differenti specie di pianta.

Il momento migliore per irrigare le piante grasse è la mattina presto.

Come irrigare le piante grasse

I “puristi” suggeriscono di imitare quanto avviene in natura. Nell’habitat dei Cactus, nel deserto, le piogge sono rare ma molto abbondanti. Quando bagniamo le piante, quindi, irrighiamole generosamente, anche vicino ai bordi. L’ideale è spostare il vaso su un lavandino, per irrigarlo bene e lasciar poi scolare totalmente l’acqua in eccesso prima di riporlo sul sottovaso o nel cachepot. Dare poca acqua ma frequentemente non va bene: meglio irrigare in profondità il terriccio per poi lasciarlo asciugare completamente.

Quale acqua?

È importante utilizzare sempre acqua a temperatura ambiente, per evitare shocktermici alle radici.

Sarebbe inoltre bene utilizzare acqua demineralizzata o piovana. L’acqua del rubinetto è ricca di calcare, che col passare del tempo rimane come residuo nel substrato di coltivazione. In alternativa possiamo lasciare decantare per una notte l’acqua del rubinetto in un annaffiatoio, per favorire la precipitazione del calcare sul fondo.