Quella di coltivare i Peperoncini è una passione che accomuna molti italiani: sono buoni in cucina e sono anche belli da vedere, grazie ai tanti cambi di colore nel corso della loro maturazione.

Il Peperoncino (Capsicum annuum) è una pianta annuale messicana appartenente alla famiglia delle Solanacee, che può essere coltivata nell’orto o in un piccolo vaso sul terrazzo.

Dopo la comparsa dei piccoli fiori bianchi in primavera, da luglio a novembre compaiono i frutti: le varietà si distinguono per forma (a ciliegia, lanterna, turbante ecc.), colore (bianchi, gialli, arancio, verdi, viola, cacao, ecc.) e grado di piccantezza.

Oltre che bello e buono, il Peperoncino è anche un prezioso alleato della nostra salute: rende i cibi grassi più digeribili, protegge dalle malattie cardiocircolatorie ed è un ottimo antidolorifico naturale. Nella tradizione asiatica viene utilizzato come antidepressivo: dopo la fase di “bruciatura” segue infatti una sensazione di benessere, innescata dal fatto che la presenza di capsaicina stimola la produzione di endorfine nel cervello, sostanze che attenuano il dolore e regalano sensazioni piacevoli.

Coltivare i Peperoncini: una pianta amante del sole

Il Peperoncino adora il sole e i climi miti, mentre al contrario non tollera il freddo sotto i 12°C.

Sia nell’orto sia in vaso, scegliamo quindi una posizione assolata poiché i raggi solari sono fondamentali per favorire lo sviluppo dei fiori e dei frutti.

Terriccio e concimazione in giardino

Nei centri giardinaggio possiamo trovare sia i semi sia le piantine già germogliate di Peperoncino.

Se partiamo dal seme possiamo effettuare una semina protetta in serra già a febbraio-marzo in semenzaio, per poi trapiantare i giovani germogli direttamente nell’orto in aprile-giugno quando le temperature minime superano i 18°C.

In entrambi i casi, dovremo lavorare con largo anticipo (almeno 7-14 giorni) il terreno dell’orto in cui andremo a trapiantare i Peperoncini. Zappiamo e rastrelliamo il terreno con lo scopo di rendere morbido il terriccio, rompere le zolle più compatte e togliere eventuali sassi o radici di piante infestanti. In questa occasione possiamo integrare nel suolo anche un concime biologico, come lo stallatico pellettato. In seguito non avranno bisogno di altre concimazioni.

Terriccio e concimazione in vaso

Anche per la coltivazione in vaso possiamo partire da seme o da talea, avendo cura di riempire il vaso con un terriccio biologico specifico per piante da orto.

In questo caso, poiché le sostanze nutritive contenute nel terriccio sono destinate a esaurirsi, possiamo aiutare la fioritura con un fertilizzante liquido biologico, da miscelare con l’acqua dell’irrigazione ogni 15 giorni durante il periodo vegetativo. Sospendiamo la concimazione quando compaiono i frutti.

Irrigazione

Il Peperoncino richiede molta acqua, soprattutto al momento del trapianto e della produzione dei fiori, ma non tollera i ristagni idrici. In particolare nella coltivazione in vaso, facciamo in modo che non rimanga acqua stagnante nel sottovaso.

Attenzione alle piante in vaso: nei periodi di maggiore calura le piantine tendono ad appassire facilmente se non vengono irrigate adeguatamente.

La raccolta dei frutti

Il Peperoncino è una pianta annuale. Quindi quando i frutti sono pronti per la raccolta, possiamo usarli freschi o farli seccare. In questo secondo caso, di solito si tagliano i fusti e si lasciano seccare i frutti tenendo i rami appesi capovolti.

Coltivare i Peperoncini: come scegliere le varietà

Come abbiamo visto i Peperoncini differiscono per la forma, il colore e il grado di piccantezza.

Il grado di piccantezza dipende dal contenuto di capsaicina: un alcaloide che stimola i recettori del caldo situati sulla lingua che provocano la sensazione di bruciore. Alcuni uccellini si cibano liberamente dei Peperoncini piccantissimi poiché non hanno questi recettori. La presenza di capsaicina nei Peperoncini viene misurata con la scala di Scoville (Shu Scoville Heat Units) che spazia da 0 (non piccante) fino a 16 milioni (la capsaicina pura).

Da 0 fino a 2.500 Shu troviamo i Peperoncini meno piccanti come il Peperone dolce (0-100), la Paprica (100-1.000) e l’Ancho (1.000-1.500).

Tra 2.500 e 1 milione di Shu ci sono alcuni tra i Peperoncini piccanti più conosciuti, come il Japaleno (5.000-15.000), il Peperoncino calabrese (15.000-30.000) e l’Habanero (100.000-350.000).

Al di sopra di 1 milione di Shu si posizionano dei Peperoncini davvero difficili da mangiare e da maneggiare, come il Trinidad Scorpion (1-2 milioni) e il Carolina Reaper (2-2,2 milioni) che spesso vengono utilizzati solo come ingredienti di salse piccanti. Considerate che lo spray al peperoncino un uso alla polizia ha 2,5-5 milioni Shu.