Possiamo coltivare le piante carnivore facilmente in appartamento, a patto di seguire alcuni piccoli suggerimenti.

Sono piante fantastiche, capaci di avvicinare al giardinaggio anche i bambini e hanno avuto una straordinaria evoluzione nel corso dei secoli. Si tratta di piante cresciute in terreni particolarmente poveri, tanto da imparare a catturare gli insetti per ricavarne alcune sostanze nutritive assenti nel suolo. Ognuna con una tecnica particolarissima!

Come coltivare le piante carnivore: le specie più diffuse

La Dionea (Dionaea muscipula) è la pianta carnivora per eccellenza con le sue foglie che sembrano bocche aperte con denti affilati pronte a mordere. Attira gli insetti con il colore rosso delle foglie dentate e una sostanza zuccherina prodotta da ghiandole nettarifere. Quando un insetto si posa e tocca inavvertitamente i peli presenti nella “bocca”, quest’ultima si chiude di scatto intrappolandolo. A questo punto produce dei succhi gastrici che sciolgono l’insetto, da cui ricaverà i nutrienti necessari. Produce anche dei fiori, ma li fa spuntare su uno stelo molto lungo e lontano dalle “bocche”, per evitare che le Api e gli impollinatori rimangano intrappolati.

Le Drosere sono un genere di piante carnivore che comprende più di 200 specie differenti. Tutte hanno foglie dotate di peli appiccicosi che intrappolano gli insetti. La Drosera capensis produce una rosetta composta da tante foglie lunghe e sottili. Sui bordi delle foglie sono presenti dei tentacoli colorati coperti di gocce adesive. La Drosera aliciae produce invece una rosetta di foglie molto ampie, verdi al centro e rosse sui bordi. In prossimità dei bordi crescono i tentacoli rossi appiccicosi.

La Sarracenia produce delle particolari foglie a forma di tubo. Si chiamano ascidi e quando gli insetti vi entrano attratti dalla colorazione, rimangono intrappolati poiché non riescono a uscire a causa delle superfici scivolose. Cadono all’interno della coppa dove vengono sciolti.

Le Nepenthes hanno lunghe foglie lanceolate, sulla cui punta si sviluppa uno stelo a uncino che termina con un ascidio, cioè la trappola. L’ascidio sembra una sacca ed è molto colorato per attirare da lontano gli insetti: quando si avvicinano sono indotti a posarsi nella trappola per la presenza di una sostanza dolce nettarina, prodotta dalle ghiandole della pianta. Quando la vittima entra nell’ascidio entra in contatto con una sostanza acido che lo consumerà lentamente fino a renderlo assorbibile dalla pianta. L’ascidio è dotato di un piccolo coperchio, chiamato opercolo, che chiude la trappola in caso di pioggia!

La Pinguicula è composta da grandi foglie dotate di ghiandole che possono produrre una secrezione trasparente molto appiccicosa. In questo caso non c’è una “trappola”: si insetti rimangono incollati alle foglie, come una carta moschicida. Quando un insetto viene catturato, la foglia si arrotola su se stessa finché non lo avrà digerito.

La Cephalotus follicularis produce dei piccoli ascidi al cui interno crescono spine rivolte verso l’interno: quando l’insetto entra non riesce più a uscire. Anche in questo caso c’è un opercolo che si chiude quando piove.

Suggerimenti per la coltivazione

Hanno bisogno di molta luce. Alcune specie anche 6 ore di sole diretto ogni giorno.

Le piante carnivore richiedono un terreno specifico, composto da torba di sfagno e sabbia. Quindi un suolo drenante, grazie alla sabbia, ma non particolarmente ricco di sostanze nutrienti.

L’acqua del rubinetto è un veleno molte piante carnivore: non sono abituate né al calcare né al cloro. Usiamo solo acqua piovana o distillata. Bagniamo soltanto il terreno e non le foglie: possiamo anche irrigarle dal sottovaso.

I concimi vanno anzi evitati perché possono danneggiare le delicatissime piante carnivore.