Le larve dei lepidotteri rappresentano un problema serio per le nostre piante ornamentali. Si tratta dello stadio larvale, appena uscito dalle uova, delle comuni farfalle e falene. Da adulte non sono dannose per le piante, anzi sono utili per l’impollinazione, ma a livello larvale sono un flagello!
Il ciclo di vita delle larve dei lepidotteri
Farfalle e falene depositano le loro uova sulla pagina inferiore delle foglie. Quando le uova si schiudono, escono delle piccole larve che sono fitofaghe. Cioè ci cibano delle piante e sono dotate di un apparato boccale masticatore: quindi rosicchiano le foglie. Tanti esemplari indisturbati possono defogliare una pianta in pochi giorni. In questa fase del ciclo vitale, quello larvale, i bruchi hanno bisogno di accumulare molte energie per affrontare il processo di trasformazione in farfalla adulta. Perciò sono così tanto voraci.
A seconda del tipo di farfalla le larve possono essere verdi o più scure. Alcune sono “minatrici”, cioè si infilano all’interno della foglia e la rosicchiano dall’interno, creando vere e proprie gallerie. Tra le più note nei nostri giardini possiamo ricordare la farfalla cavolaia (Pieris brassicae), il verme del Melo (Cydia pomonella) e la processionaria del Pino (Thaumetopoea pityocampa).
Come prevenire la loro comparsa
È un problema che riguarda sia le piante del giardino, dell’orto e del frutteto, sia le piante ornamentali d’appartamento. Specialmente nei mesi più freddi, le falene operano di notte e spesso scelgono le piante d’appartamento per deporre le uova in un posto al caldo.
La prima forma di prevenzione è il controllo attento delle nostre piante. Guardiamo bene tutte le foglie, in particolare la pagina inferiore dove più spesso le farfalle depositano le uova. Per proteggere le covate, le farfalle producono una sostanza setosa, simile a una ragnatela, con cui avvolgono le uova; alcune farfalle arrivano a piegare le foglie su sé stesse, tenendolo “incollate” con questa sostanza, per aumentare ulteriormente la protezione delle uova. Lo scopo dell’attività di osservazione è individuare questi “bozzoli” prima che si schiudano e che le larve inizino a rosicchiare le foglie.
Naturalmente anche le foglie mangiucchiate sono un altro segnale della presenza delle larve.
Se troviamo delle uova o delle larve, stacciamole o tagliamo la foglia su cui sono presenti e liberiamole all’aperto, lontano dalle nostre piante. Sono insetti utili e le larve fanno parte del ciclo di alimentazione degli uccelli.
Un’altra soluzione preventiva prevede l’uso di trappole adesive colorate. La farfalle sono attratte dal colore e rimangono intrappolate.
Soluzioni per limitare la presenza delle larve dei lepidotteri
Le larve dei lepidotteri possono colpire piante molto diverse fra loro: dai grandi alberi fino agli ortaggi. In giardino, all’aperto, sono attive soprattutto a partire dal mese di marzo e fino ai primi freddi. In casa o in serra, dove fa sempre caldo, sono invece attive per tutto l’anno.
Una soluzione utile, sia per le orticole sia per le ornamentali, è il Neem, che possiamo trovare in commercio in polvere, olio o panelli. È un prodotto naturale e viene estratto dai semi dell’albero di Neem (Azadirachta indica), ricchi di limonoidi. In particolare contiene azadiractina, un composto che rende le foglie repellenti e disappetenti per gli insetti e le larve.
I trattamenti si effettuano già in fase di preparazione del letto di semina o del trapianto e in seguito vanno ripetuti periodicamente. I panelli e le polveri si mischiano insieme al terreno mentre gli oli si spruzzano direttamente sul fogliame.
Contro molte larve che colpiscono l’orto, come la Tignola del Pomodoro (Tuta absoluta) e la Cavolaia, è utile anche il Bacillus thuringiensis. Si tratta di un batterio le cui spore, se ingerite, danneggiano il tratto digerente delle larve causandone un rapido decesso.