Possiamo coltivare la Cattleya in una delle stanze della nostra casa anche se non è particolarmente luminosa. Questa Orchidea infatti è piuttosto facile da allevare e cresce bene anche su un davanzale di una finestra rivolta a nord o dietro una tenda leggera che lasci passare la luce.

La Cattleya appartiene alla famiglia delle Orchidacee e in natura cresce spontaneamente nelle foreste tropicali. Comprende più di 100 specie differenti, anche molto diverse fra loro, sia nel colore dei fiori sia nella forma. Alcune hanno fiori solitari (come la Cattleya aclandiae), mentre in altre il fusto produce più di una infiorescenza (come la Cattleya dowiana). Alcune fioriscono in estate mentre altre in autunno, come la Cattleya labiata autumnalis.

Dove coltivare la Cattleya

In base alla specie, le Orchidee necessitano di temperature diverse: in appartamento le temperature devono collocarsi tra massimo 30°C e minimo 13°C. Con temperature più elevate, dobbiamo coltivarla in mezz’ombra e con un’umidità ottimale.

La temperatura determina anche la rifioritura della pianta. In natura la Cattleya fiorisce quando le minime notturne scendono e c’è uno sbalzo termico rispetto alle massime diurne. Per esempio tra 15°C e 25°C.

Come coltivare la Cattleya

La Cattleya è un’Orchidea epifita, cioè in natura non cresce nella terra ma aggrappata alle cortecce degli alberi. Le sue particolari radici non servono per assorbire nutrienti come nelle altre piante, ma a dare stabilità alla pianta. Non è una pianta parassita e non danneggia la pianta che la ospita.

Per questa ragione dovremo utilizzare un particolare terriccio, specifico per Orchidee, composto da una miscela di torba, corteccia e perlite. Ne risulta un substrato altamente poroso e molto drenante, particolarmente adatto per le piante epifite che assorbono l’acqua dalle foglie e non dalle radici.

Scegliamo un vaso trasparente dotato di fori sul fondo. Le radici hanno bisogno di ricevere luce e un contenitore colorato o un portavaso ne limitano la possibilità. Inoltre ci permetterà di controllare lo stato di salute delle radici.

Anche se la Cattleya non richiede rinvasi, provvediamo a sostituire ogni due anni il substrato periodicamente, poiché tende a deteriorarsi, soprattutto le cortecce. Usiamo terricci specifici per Orchidee.

Come coltivare la Cattleya

Come consigliato per tutte le Orchidee, periodicamente immergiamo il vaso in una bacinella e lasciamolo in acqua in modo che la corteccia e la torba contenute nel substrato si impregnino. Lasciamo poi scolare completamente tutta l’acqua in eccesso, prima di riporre il vaso nella sua posizione abituale. Per evitare malattie fungine e marcescenze, ricordiamoci di non lasciare acqua nel sottovaso.

Secondo fattore importante per una buona crescita della Cattleya è l’umidità ambientale. In particolare in estate e quando l’aria è molto secca per il riscaldamento, nebulizziamo ogni giorno avendo cura di non bagnare i fiori per non rovinarli. L’ideale è se raccogliamo l’acqua piovana oppure lasciamo decantare l’acqua per una notte in una bacinella in modo da far depositare sul fondo il calcare e il cloro. Anche un Idratante per Orchidee aiuterà allo scopo.

Per saperne di più sull’irrigazione delle Orchidee leggi questo articolo!

Per arricchire il terriccio che si presenta piuttosto povero di sostanze nutrienti, programmiamo un ciclo di concimazione annuale. Possiamo utilizzare un concime liquido per Orchidee da diluire nell’acqua per l’irrigazione ogni 15 giorni. È disponibile anche in pratici flaconi da infilare nel substrato.

Come far rifiorire la Cattleya

Se non riuscite a far rifiorire le Orchidee non stupitevi perché non è facile. Grazie allo sbalzo termico di 10/15 °C tra le massime del giorno e le minime della notte che avviene nel loro ambiente naturale, le Orchidee sono stimolate a rifiorire. Solo in una serra è possibile riprodurre questa condizione.

Che cosa possiamo fare quindi? Per stimolare la rifioritura possiamo posizionare sul terrazzo la pianta durante la notte, in un luogo protetto dal vento, e riportarla in casa alla mattina, facendo in modo che si verifichi uno sbalzo termico di 10°C. Ripetiamo questa operazione per alcuni giorni, finché vedremo spuntare dalla base del fusto gli apici dei nuovi steli. Le temperature minime notturne non devono però essere inferiori a 13°C.