Quello di eliminare la Dorifora è un problema di molti appassionati di orticoltura, in particolare chi coltiva Pomodori, Patate, Melanzane e Peperoni, poiché questo coleottero ha una predilezione per queste solanaceae.
Le uova di Dorifora (Leptinotarsa decemlineata), di colore giallastro, hanno una forma ovale e vengono depositate sulla pagina inferiore delle foglie. Le larve sono di colore rossastro, con due file di puntini neri sui lati. La Dorifora adulta è lunga circa 10-12 cm ed è riconoscibile dal dorso con 5 linee longitudinali di colore giallo e nero.
La Dorifora è sempre dannosa per l’orto: sia le larve sia gli adulti si nutrono delle foglie e sono in grado di defogliare completamente le piante in poche settimane. Questo influisce nella crescita dei tuberi di patata, che rimangono piccoli e senza risorse per svilupparsi.
Eliminare la Dorifora: abitudini e punti deboli dell’insetto
La Dorifora sverna nel terreno da cui fuoriesce a tarda primavera, verso maggio, in concomitanza con l’aumento delle temperature.
La Dorifora vola e si sposta per cercare nuove piante ospiti, sui cui depositare le uova. Un adulto depone da 400 a 800 uova da cui fuoriusciranno altrettante larve molto voraci, dopo circa 7-14 giorni. Nell’arco di 20-25 giorni le larve defogliano la pianta e completano il loro sviluppo, che termina con l’impupamento nel terreno. Dopo un paio di settimane, verso inizio luglio, nascono i nuovi coleotteri che tornano a mangiare le piante e sono pronti per deporre altre uova. In settembre gli adulti si nascondono nel terreno e svernano.
Tra giugno e settembre si hanno così 2-3 generazioni ogni anno in grado di provocare danni ingenti anche alle varietà a raccolta tardiva.
A causa della velocità della moltiplicazione e della produzione di così tante uova è importante mettere in atto tutti i sistemi di lotta preventiva ed agire tempestivamente di fronte ai primi segnali di presenza.
Come prevenire l’arrivo della Dorifora
Poiché la Dorifora è ghiotta di solanaceae la prima tecnica di prevenzione è la rotazione delle colture. Se a maggio la Dorifora esce dal terreno e non trova piante di patate o pomodori sarà indotta a cambiare giardino. Questa tecnica dà risultati in caso di ampi spazi. In un piccolo giardino spostare di pochi metri le Papate non risolve il problema, poiché la Dorifora vola. Leggi questa notizia per maggiori informazioni sulla rotazione delle colture dell’orto!
Un’altra tecnica prevede l’uso di “piante esca”. Dobbiamo forzare la crescita di alcune piante di Papata, in una serra o in casa vicino a una finestra assolata, e piantarle all’inizio di maggio in modo precoce. Appena usciranno gli adulti svernanti di Dorifora verranno attirate dall’unica pianta e sarà facile per noi raccoglierle ed eliminarle, prima che possano depositare le uova.
È importante inoltre eliminare le erbe infestanti poiché molte attirano la Dorifora. Come la Atropa belladonna, il Solanum dulcamara e anche piante ornamentali come i Tulipani. Tenere lontane queste piante dall’orto abbassa notevolmente il rischio di infestazioni di Dorifora.
L’ultima, ma non meno importante, tecnica di prevenzione è l’osservazione delle piante. In particolare in maggio, cioè alla prima comparsa dell’insetto. Lo scopo è di individuare i primi insetti ed evitare la deposizione delle uova.
Come intervenire in caso di infestazioni di Dorifora
In caso di infestazioni dobbiamo ricorrere all’uso di un insetticida specifico e consentito in agricoltura biologica, avendo cura di scegliere un prodotto selettivo e non ad ampio spettro, per evitare di eliminare anche i predatori della Dorifora.
Gli interventi con antiparassitari vanno effettuati alla prima comparsa dell’insetto, quindi in maggio.
I Bacillus agiscono per ingestione bloccando l’apparato digerente dell’insetto. Con questa tipologia di prodotto è necessario prestare attenzione alla buona bagnatura e a ripetere in caso di pioggia. Sono prodotti consentiti in agricoltura biologica.
L’Azadiractina, o Olio di Neem, è un altro prodotto naturale e offre molti vantaggi. Agisce sia per ingestione sia per contatto e, penetrando nei tessuti della pianta, ha una modesta azione sistemica. L’Olio di Neem svolge inoltre un’azione repellente e disappetente. Anche questa soluzione è consentita in agricoltura biologica.