Prima che le scoperte moderne ci parlassero dei vantaggi della rotazione delle colture, era già in vigore in passato. Fu la semplice osservazione da parte dei contadini a far emergere la necessità di coltivare in modo alternato i terreni. Notarono infatti che coltivando le stesse colture nel medesimo terreno, i raccolti diventavano meno soddisfacenti: ruotandole invece tornavano a crescere rigogliose.
Ai più è nota la tecnica del maggese: ebbene questa pratica prevede proprio che, a turno, un appezzamento “riposi” per un anno. Un periodo riservato ad arare per smuovere la superficie ed eliminare le infestanti.
Gli agricoltori capirono quindi, con il passare del tempo, che ruotando la coltivazione degli ortaggi i raccolti miglioravano perché il terreno non si impoveriva. L’avvento della chimica e gli antiparassitari portarono a compiere un ulteriore passo avanti: è la storia dei nostri giorni.
Perché effettuare la rotazione delle colture dell’orto
Vediamo ora quali sono le ragioni perché è indispensabile la rotazione delle colture nell’orto.
Sin dai tempi antichi si notò che alcuni ortaggi erano particolarmente colpiti da infestazioni di insetti. La Mosca della Carota (Psila rosae) o la Dorifora della Patata (Leptinotarsa decemlineata) sono esempi in cui il loro ciclo vitale consta nell’ovideposizione nel terreno in modo che le larve, all’atto della schiusa, siano vicine agli ortaggi e se ne possano cibare. È ovvio che trovandosi accanto all’ortaggio preferito, i parassiti si riproducono indisturbati. Se continuiamo a coltivare le Patate nella stessa aiuola sarà difficile debellare questi parassiti del terreno: alternando le colture invece si troveranno senza cibo.
Inoltre coltivare sempre le stesse piante in una aiuola porta all’impoverimento del terreno, che diventerà quindi sempre meno fertile. Ciò avviene perché ogni coltura necessita di elementi nutritivi diversi: per esempio le Patate consumano molto Potassio così come le Cucurbitacee (come Zucchine, Meloni, ecc.) e le Solanacee (Pomodori, Peperoni, ecc.) richiedono più elementi nutritivi di altri.
Coltivare sempre la stessa coltura nel medesimo terreno andrà quindi a sbilanciarlo e impoverirlo, costringendoci così a concimare maggiormente per ottenere piante sane e raccolti abbondanti.
Un altro caso interessante è quello delle Leguminose (Fabaceae). Sono una famiglia di piante che ha la caratteristica di arricchire il terreno nel quale sono coltivate, poiché sono in grado di “catturare” l’Azoto presente nell’aria e di rilasciarlo nel suolo in una forma assimilabile anche dalle altre piante. Ciò avviene perché le radici di queste piante creano una particolare simbiosi con i micro-organismi utili presenti nel suolo, che hanno la capacità di fissare nel terreno l’Azoto atmosferico. L’Azoto è largamente presente nell’aria, ma in una forma non assorbibile dalle piante: i micro-organismi utili del suolo lo assimilano e lo rilasciano nel terreno in una forma facilmente assorbibile dalle radici.
La rotazione delle colture favorisce anche questa biodiversità: ogni pianta ospita una comunità unica di micro-organismi utili e, passando da una coltura all’altra, si crea un ambiente più ricco e diversificato, utile per il controllo biologico dei parassiti e migliorare la resilienza complessiva dell’orto.
Come procedere nella rotazione delle colture
Come possiamo quindi realizzare una buona rotazione delle colture nel nostro orto?
Mentre in passato essa avveniva ogni due o tre anni, attualmente la tempistica si è allungata. Basiamoci perciò su un quinquennio, in cui prevediamo anche un anno di riposo.
Nel primo anno coltiviamo le Leguminose che arricchiscono il terreno di Azoto, nel secondo scegliamo piante con un alto consumo di nutrienti come le Solanacee, per continuare in seguito con le colture a basso consumo come le Lattughe. Nel quinto anno concediamo al terreno dodici mesi di riposo, in attesa di ricominciare con le Leguminose.
Il modo più semplice è quindi di dividere idealmente l’orto in 5 zone, sulle quali faremo ruotare i vari ortaggi. Una divisione potrebbe essere:
- Leguminose: Fagioli, Piselli, Fagiolini, Fave, Lupini, Ceci, Arachidi, Lenticchie, ecc.
- Brassicacee: come Cavoli, Cavolfiori, Broccoli, Ravanelli, Rape, ecc. I Cavoli hanno maggiori esigenze di Azoto e danno migliori risultati se coltivati dopo le Leguminose.
- Solanacee (Pomodori, Patate, Peperoni, Peperoncini, Melanzane, ecc.) e Cucurbitacee (Zucche, Cetrioli, Angurie, Meloni, ecc.).
- Piante poco esigenti, come le Asteracee (tutte le insalate, Carciofi, Cardi, Topinambur) e le Apiacee (Carote, Finocchi, Prezzemolo, Cerfoglio, Sedano, Aneto, Angelica, Coriandolo, Pastinaca, Cumino, ecc.
- La quinta porzione la lasceremo a riposo. In primavera lavoriamo il terreno e irrighiamo regolarmente: spunteranno le erbacce e potremo estirparle con facilità. A questo punto possiamo seminare delle colture di coperture o erba, per evitare l’erosione del suolo e arricchire il terreno con materia organica.
In ciascuna zona faremo ruotare le colture ogni anno.
Un ultimo suggerimento
Anche a chi è più esperto nella coltivazione dell’orto, riteniamo utile suggerire l’uso di un diario di coltivazione. Uno strumento semplice ma importante per procedere con ordine nel lavoro e per migliorare l’approccio laddove sarà necessario.
Lo scopo del diario è infatti quello di aiutarci a ricordare come ruotare le colture di anno in anno: gli appunti riguarderanno quindi i periodi di semina e raccolta e gli eventuali problemi che sono comparsi, come l’insorgere di malattie fungine, attacchi di parassiti o carenze nutritive. Completato il diario e analizzati i dati trascritti, sarà più semplice individuare dove e come intervenire con la rotazione, sia basandoci sulle caratteristiche del nostro orto, sia adattando le scelte al clima in cui viviamo.