Possiamo coltivare il Paphiopedilum per l’originalità della sua infiorescenza. Quasi come nelle favole, in cui talvolta le piante appaiono in forma antropomorfa, il Paphiopedilum ricorda un oggetto di uso comune: la pantofola. Tutto nasce dal suo nome che deriva da Paphos, città di Cipro legata alla nascita di Venere, e pedilon che significa pantofola. Il nome Pantofola di Venere gli è stato attribuito per questa originale forma del suo fiore.
Il Paphiopedilum appartiene alla famiglia delle Orchidee (Orchidacee) ed è originario dell’Asia e dell’Oceano Pacifico.
Le foglie, lunghe e slanciate, partono direttamente dal rizoma e sono molto decorative. In alcune varietà le foglie sono screziate in diversi colori. Su uno stelo fiorisce un unico fiore che resta sulla pianta per almeno due mesi. Le sue dimensioni sono piuttosto notevoli e può raggiungere i 30 cm.
Dove coltivare il Paphiopedilum
Per una buona coltivazione del Paphiopedilum dobbiamo tenere sotto controllo la temperatura: la pianta non sopporta il freddo sotto i 10°C né il caldo eccessivo sopra i 27 °C. Per questo motivo è molto indicata la sua coltivazione in appartamento, dove le temperature sono costanti e adeguate a una buona crescita. Le varietà con foglie maculate sono ancora meno resistenti al freddo.
Collochiamo la pianta in una zona ben illuminata durante il periodo di vegetativo, ma evitando i raggi solari diretti. Per assicurarci una buona fioritura, ricordiamoci In inverno di ridurre la temperatura notturna: a partire da ottobre manteniamo la pianta intorno ai 14°C durante la notte.
Come coltivare il Paphiopedilum
Dopo l’acquisto non è necessario travasare la pianta. Di solito viene venduta in vasi trasparenti, per permetterci di controllare lo stato di salute delle radici e fornire più luce a tutta la pianta. Per migliorare l’estetica possiamo inserire il vaso trasparente in un cachepot ornamentale.
Il substrato di coltivazione delle Orchidee è un particolare mix tra torba e cortecce o altri materiali inerti, poiché deve essere molto drenante e non trattenere l’umidità come i normali terricci universali. Ogni 2 anni sostituiamo il vecchio terriccio con un nuovo substrato specifico per Orchidee. Un giorno prima del rinvaso bagniamo bene le radici della pianta: saranno più flessibili all’atto del trapianto e ridurremo il rischio di spezzarle.
Durante l’anno irrighiamo con regolarità il Paphiopedilum, usando la tecnica per immersione tipica per la coltivazione delle Orchidee in casa e di facile gestione per chiunque. Leggi questo articolo per scoprire come si irrigano le Orchidee.
Durante l’estate e quando l’aria è più secca sono necessarie frequenti nebulizzazioni fogliari, possibilmente alla mattina. Vaporizziamo solo le foglie e le radici, mai il fiore.
Quando irrighiamo, approfittiamo dell’occasione per fornire il concime alla pianta. Sarà sufficiente diluire nell’acqua una dose di fertilizzante liquido specifico per Orchidee. Ogni 15 giorni da marzo a settembre e 1 volta al mese negli altri mesi. In alternativa possiamo utilizzare i pratici flaconi, da infilare nel substrato, che durano circa 15/30 giorni.