Possiamo coltivare il Platycerium, pianta conosciuta anche come Felce a corna di alce, se vogliamo stupire i nostri ospiti e chiedergli che cosa pensano guardando questa pianta dalla forma curiosa. Il suo nome deriva dal greco platis (grande) e keras (corno) e rispecchia proprio il suo aspetto.
Potrà stupirci, ma appartiene al genere delle Felci, sebbene le sue foglie si presentano carnose come quelle delle succulente.
Un’altra particolarità è il suo portamento epifita, non ha quindi necessità di terra per crescere un po’ come le Orchidee. In natura possiamo trovare i Platycerium nelle biforcazioni dei grandi alberi delle foreste, grazie alla presenza del poco materiale organico. Le radici crescono da un rizoma da cui nascono due tipi di foglie: quelle basali sterili leggermente spugnose e a forma di scudo, che hanno il compito di conservare umidità e proteggere il rizoma e quelle fertili che assumono la forma particolare simile alle corna di un alce.
Le foglie sono di colore verde scuro, opache per la peluria simile a quella sulle pesche, ma soprattutto sorprendono per la loro grandezza.
Dove coltivare il Platycerium
Il nostro appartamento è il luogo ideale per coltivare il Platycerium, poiché gradisce una temperatura compresa tra i 18°C e i 24°C, mai sotto i 12°C.
Se avete una stanza poco illuminata non sarà un problema per la sua crescita, ma noterete subito la differenza rispetto a un locale luminoso per la vivacità del colore delle foglie. La peluria che ricopre le foglie serve anche per proteggerle dai raggi solari diretti.
Spostiamola sul terrazzo nei mesi estivi, scegliendo una zona ombreggiata specialmente se viviamo in regioni particolarmente assolate.
Come coltivare il Platycerium
Possiamo coltivare il Platycerium come pianta ricadente, scegliendo un vaso da appendere. Altrimenti un vaso di dimensioni ampie ma non particolarmente profondo farà al caso nostro.
Dovremo cercare, con un po’ di pazienza, il giusto equilibrio tra l’inconsistente apparato radicale e le grandi e pesanti fronde, così da non far cadere la pianta fuori dal vaso per esempio a causa di un colpo di vento. Possiamo fissare la pianta al vaso appeso con corde o fascette per evitarne il ribaltamento.
Scegliamo un substrato per orchidee, cioè per piante epifite, mentre per la concimazione possiamo ricorrere a un fertilizzante liquido per piante grasse, da diluire nell’acqua dell’irrigazione ogni 15 giorni da marzo a settembre.
Come irrigare il Platycerium
Anche in casa dobbiamo assicurare alla pianta un grado di umidità così come è nel suo ambiente di origine. Sebbene resista a periodi siccitosi, grazie alle fronde basali che trattengono l’umidità per molto tempo, irrighiamo moderatamente per mantenere il substrato inumidito.
Evitiamo sempre i ristagni d’acqua nel sottovaso poiché possono provocare marciumi radicali e malattie fungine.