Possiamo coltivare un Melo per avere la soddisfazione di assaporare un frutto molto sano, che piace a tutti e adatto a qualsiasi regime alimentare. Inoltre, sarà un piacere vedere la sua trasformazione durante l’anno, a partire dalla fioritura bianca per proseguire con la produzione di frutti rossi, gialli, verdi.

Appartenente alla famiglia delle Rosacee, il Melo domestico (Malus domestica) diventa un albero alto fino a 10 metri, ma grande soddisfazione nei risultati può darcela anche la coltivazione in vaso. A tal scopo dovremo acquistare una varietà nana, così l’altezza sarà contenuta entro i 2 metri. Le varietà con portamento compatto, come la Annurca o la Renetta, che non necessitano di potature frequenti e spesso non soffrono il gelo, ben si prestano per la coltivazione in vaso. Attenzione: in un vaso grande la pianta tenderà a crescere maggiormente.

Dove coltivare il Melo

Per il Melo dobbiamo trovare una posizione in cui riceva almeno 6 ore di sole al giorno, da valutare anche in base alla zona climatica dove abitiamo. Se questo è il posto ideale durante la fioritura primaverile, con l’aumento delle temperature estive è preferibile la mezz’ombra.

In inverno dobbiamo proteggere la pianta dalle gelate e dalle temperature sottozero. Un velo traspirante di tnt (tessuto-non-tessuto) per il fogliame e uno strato di pacciamatura ai piedi della pianta sono sufficienti. Anche la corteccia è un valido aiuto. Tutto questo permetterà al Melo, sebbene tolleri il freddo, di superare anche le pericolose gelate tardive, che potrebbero compromettere la fioritura.

Come coltivare un Melo

Il vaso da utilizzare deve avere le seguenti caratteristiche: un diametro di almeno 50 cm, cioè più grande del contenitore di coltivazione di circa 5/10 cm e fori sul fondo per un regolare deflusso dell’acqua in eccesso.

Iniziamo a riempire il fondo con circa 5 cm di argilla espansa per agevolare il drenaggio dell’acqua.

Togliamo con delicatezza la piantina dal vaso di coltivazione, eventualmente tagliamo le radici che fuoriescono dai fori sul fondo e scegliamo un tutore per aiutare la pianta.

Al terriccio specifico per piante da frutto, aggiungiamo una dose di fertilizzante granulare a lenta cessione per piante da frutto, in modo che le radici attecchiscano e aiutiamo al contempo lo sviluppo vegetativo, oltre a garantire i nutrienti per i primi 3 mesi.

La pianta va posta al centro del vaso che sarà riempito con il terriccio, senza oltrepassare il colletto, dove il tronco si unisce all’apparato radicale. Premiamo leggermente per eliminare eventuali sacche d’aria.

Terminata questa fase innaffiamo senza esagerare, così stimoliamo il contatto fra le radici e il nuovo terreno.

Come concimare un Melo

Possiamo proseguire con la concimazione ogni 3 mesi o acquistare un concime liquido consentito in agricoltura biologica da usare ogni 15 giorni in primavera e in estate. A febbraio, prima della fioritura, effettuiamo un trattamento con un biostimolante a base di alghe che potenzia la fioritura e l’allegagione. Possiamo usarlo sia per via fogliare (10/15 ml ogni litro d’acqua) sia per via radicale (30/40 ml ogni litro d’acqua).

Come irrigare il Melo

Innaffiamo periodicamente a partire dalla primavera, in modo che il terriccio sia umido senza essere zuppo. Non è difficile valutare quando la pianta necessità di acqua, perché è sufficiente infilare un dito nel terriccio che diventa friabile quando è secco. Questo accorgimento ci sarà utile in inverno quando diradiamo il numero di innaffiature.

Come curare il Melo

Afidi e Cocciniglie, o malattie fungine, come la Ticchiolatura sono nemici del Melo. La prevenzione biologica, trattandosi di un frutto che mangeremo, è quindi la scelta migliore per evitare, se possibile, l’uso di antiparassitari.

Vediamo quali possono essere le scelte più adeguate.

Una trappola adesiva gialla appesa alla pianta ci avviserà velocemente della presenza di Afidi e altri insetti parassiti e ciò ci permetterà di intervenire immediatamente con un metodo naturale. Il Sapone Molle di potassio naturale elimina sia la melata appiccicosa che loro rilasciano, sia ridurrà la loro presenza.

L’estratto di Ortica, oltre che in caso di Afidi, è utile per combattere gli Acari (ragnetti rossi).

Quando notiamo una serie di puntinatura sulle foglie, significa che la pianta soffre di Ticchiolatura, una malattia fungina. Spruzziamo un fungicida a base di Idrogeno Carbonato di Sodio che, innalzando il pH sulla superficie fogliare, fa collassare le pareti delle cellule fungine disidratando le spore.

Utilizziamo invece l’estratto di Equiseto per malattie fungine quali la Monilia o la Ruggine.