La Cydalima perspectalis, meglio nota come Piralide del Bosso, è un nemico temibile per le nostre siepi. Si tratta di un lepidottero di origini asiatiche ed è un cosiddetto “insetto alieno”: cioè un animale che non appartiene ai nostri territori, ma è arrivato dall’estero attraverso le recenti importazioni figlie della globalizzazione. Esattamente come è successo per la Xylella fastidiosa degli Olivi, il Punteruolo Rosso delle Palme, la Licenide del Geranio (Cacyreus marshalli), la Cimice asiatica (Halyomorpha halys) e tanti altri parassiti che in Italia non hanno trovato nemici naturali. La Piralide del Bosso è arrivata in Germania nel 2008 per la prima volta e da lì si è diffusa in tutta Europa: in Italia i primi avvistamenti risalgono al 2011.

La Cydalima perspectalis è una farfalla diurna, facilmente riconoscibile per le ali bianche con bordi marroni. È abbastanza piccola e ha un’apertura alare di circa 4 cm. Il problema per le piante di Bosso sono le larve, che dopo la schiusa delle uova si nutrono della linfa delle piante. Sono di colore verde chiaro con striature nere e possono raggiungere una lunghezza di circa 4 cm.

Può depositare le uova su molte varietà di piante, ma ha una preferenza per il Bosso, una pianta a crescita lenta particolarmente utilizzata per realizzare siepi e arte topiaria, tipici dei giardini all’italiana.

A seconda delle temperature, la Piralide può sviluppare 2/3 generazioni in un anno e in ognuna può sviluppare 10/20 uova. Di solito depone le uova in primavera e in estate e le larve impiegano circa un mese per diventare farfalle. Nel frattempo rosicchiano le nostre piante di Bosso! Se una Piralide compare su una siepe di Bosso è bene intervenire subito per evitare di perdere tutte le piante.

Quando arriva il freddo sverna allo stadio di pupa, per poi tornare attiva appena arriva il caldo.

Come riconoscere la presenza della Cydalima perspectalis

Il primo segnale della presenza delle larve di Piralide sono i danni provocati alle piante di Bosso. Le larve, infatti, si nutrono delle foglie, causando defogliazione e, nei casi più gravi, anche la morte della pianta.

Anche le larve sono facilmente individuabili: sono grandi bruchi verdi con striature scure.

La prevenzione e la lotta

La prevenzione è fondamentale per evitare l’insediamento di questo parassita e intervenire prontamente alle prime avvisaglie in caso di infestazione.

Con l’arrivo della primavera e fino all’autunno, ispezioniamo attentamente le nostre piante alla ricerca di tracce delle uova o delle larve.

Come attività preventiva, trattiamo le piante con soluzioni a base di Neem. È una sostanza naturale che rende indigeste le foglie per le larve dei lepidotteri.

In presenza delle larve possiamo ricorrere all’eliminazione manuale, se si tratta di pochi esemplari.

Purtroppo in Italia non esistono nemici o antagonisti naturali della Cydalima perspectalis. L’unica soluzione è affidarsi a trattamenti con insetticidi specifici contro questo parassita. In caso di infestazioni massicce possiamo ricorrere a insetticidi di sintesi specifici o rimedi naturali, come i prodotti a base di Bacillus thuringiensis. È un batterio che agisce per ingestione sulle larve, impedendone lo sviluppo in adulti. Evitiamo di usare insetticidi ad ampio spettro per non danneggiare gli insetti utili e usiamoli nelle ore serali, quando le api non sono attive. Il centro giardinaggio di fiducia saprà orientarci verso la soluzione migliore in funzione delle nostre specifiche esigenze e preferenze.

Sosteniamo le piante attaccate con un intervento di concimazione con fertilizzanti e biostimolanti naturali. Poiché le larve tolgono risorse alle piante, è bene che ne possano trovare in abbondanza nel terreno.