La consociazione degli ortaggi e la rotazione delle colture, sono due pratiche agronomiche basilari per la costruzione di un orto biologico.
Se osserviamo la vegetazione di un prato naturale possiamo facilmente notare come tante specie di piante selvatiche differenti coabitino in armonia. La natura è “fatta” di biodiversità e tutte le specie contribuiscono a mantenere l’ambiente sano e sopravvivono quelle che sanno meglio tollerare la mutevolezza e adeguarsi ai cambiamenti. Al contrario l’agricoltura “intensiva” moderna è basata su ampie coltivazioni di un’unica specie. Col tempo è stato facilmente constatato che questo tipo di coltivazioni sono maggiormente esposte all’attacco di parassiti e richiedono un maggior uso di antiparassitari e sistemi di lotta.
La consociazione delle colture, oltre che in natura, è stata da sempre sfruttata anche in agricoltura, quando in passato non esisteva la chimica e i rimedi contro i parassiti erano frutto di pratica ed esperienze dirette tramandate di padre in figlio. Ancora oggi, per esempio, si usa coltivare una Rosa all’inizio di un filare di Vite: serve da “sentinella” per segnalare in anticipo la presenza di insetti parassiti, un po’ come i canarini nelle miniere di carbone.
Per coltivare un orto in modo biologico, oltre alla, possiamo sfruttare anche la loro consociazione, quando ha effetti benefici. Alcune specie infatti emanano sostanze e odori che risultano sgraditi per alcuni insetti parassiti e sono utili per difendere altre colture. Altre, al contrario, hanno profumi che attirano gli insetti impollinatori. Ma nella rotazione delle colture si sfruttano anche piante che ombreggiano il terreno per limitare l’evaporazione e mantenerlo più umido in favore di altre.
Perché adottare la consociazione degli ortaggi
Sono molti i vantaggi legati a questa tecnica agronomica. Quello più evidente è di sfruttare le sostanze emesse da alcune piante che risultano repellenti per gli insetti parassiti. Possiamo sfruttare l’odore delle Cipolle per tenere lontana la Mosca della Carota (Psila rosae). È stato dimostrato che la consociazione tra una liliacea (come Cipolle, Aglio, Porri, ecc.) e un’ombrellifera (come Carote, Finocchi, Sedano, ecc.) è benefica per entrambe le colture. Anche Rosmarino ha proprietà repellenti e tiene lontana la Farfalla Cavolaia. Anche il Timo e la Salvia hanno la stessa proprietà. Le radici del Tagete rilasciano nel suolo una sostanza tossica per i nematodi, detti vermi del terreno, molto dannosi perché si cibano di ortaggi.
Se coltiviamo vicine fra loro più colture della stessa famiglia botanica, avremo maggiori probabilità di attirare gli insetti parassiti tipici di quella pianta. La biodiversità è utile anche per questa ragione.
Un altro vantaggio della consociazione degli ortaggi è la riduzione degli sprechi d’acqua e del rischio di malattie fungine: nella scelta delle consociazioni, si privilegiano infatti gli abbinamenti con colture che hanno le stesse esigenze idriche. Quello che è “giusto” per una pianta potrebbe essere “troppo” per un’altra: una disparità che a lungo andare genererà un eccesso di umidità, cioè l’habitat ideale per lo sviluppo delle spore fungine.
La compresenza di piante differenti, insieme alla rotazione delle colture, migliora la fertilità del suolo in modo naturale. Le Fave da Orto svolgono un’azione repellente contro la Dorifora della Patata e, essendo leguminose, arricchiscono il terreno di Azoto, molto utile per la crescita delle Patate.
Alcune colture influiscono sul sapore dei frutti di altre. Il Basilico migliora il gusto dei Pomodori e i Ravanelli prendono un gusto più delicato se coltivati vicino al Crescione o più piccante vicino al Cerfoglio.
Infine, ma non meno importante, un orto “biodiverso” è anche più bello da vedere!